17 gennaio 2009

Le verità nascoste. A tu per tu con il Gran Maestro della massoneria calabrese, Vincenzo Cassadonte

Vincenzo Cassadonte

Appena arriviamo ci fa vedere lo stupendo, e lunghissimo (fino al mare), panorama della città di Catanzaro che si gode dalla finestra di casa sua. “Quando ci sono le feste è bellissimo da qui, con tutti quei fuochi d’artificio”, dice guardando ammirato. Si trova all’ottavo piano di un quartiere alto del capoluogo. Un modo gentile per accogliere l’ospite, ma anche un modo per prepararlo a meglio interpretare quell’alone di “potere” che lo circonda. Anche la sua abitazione sta al posto giusto. Un potere che aveva “una volta”, ma ora non più. “Si figuri che mio nipote Alessandro è dovuto andare nel deserto, in Arabia Saudita per un tozzo di pane. Non sono riuscito nemmeno ad aiutarlo per farlo rimanere in Calabria”. Poi ci accompagna nella stanza del “tesoro”, dove sono conservati i suoi ricordi più cari legati alla massoneria (in realtà, il vero e proprio tesoro sta al piano di sopra, ma si fa tardi e non ci andiamo più).
Vincenzo Cassadonte, Gran Sovrano Commendatore della loggia del Rito scozzese Antico ed Accettato, è un pozzo di storia, della sua, dei suoi 50 anni nella massoneria, e di quella più generale politica italiana e calabrese. Un’intera vita spesa tra politica e massoneria. Consigliere e assessore regionale negli anni ’70 tra le file, che non abbandonerà mai, del PSDI, partito socialdemocratico italiano. All’ex presidente della Repubblica italiana, Giuseppe Saragat, “portavo la borsa”, ricorda. “C’è sempre stata una stima reciproca fra noi due. Sua moglie mi voleva un sacco di bene”, ricorda ancora. Poi la sua vita spesa nella massoneria della libertà, della fratellanza, dell’uguaglianza, della tolleranza. E dell’ “obbedienza”. “Come quella dei preti verso il proprio vescovo”, suggeriamo noi. “Si certamente, d’altronde l’organizzazione della Chiesa non è molto lontana dalla massoneria”, replica. Già l’obbedienza verso il gran maestro. Verso la saggezza del grande vecchio. Quello che sa scegliere al momento giusto. E qui il limite della tolleranza massonica. Si tollera qualsiasi opinione altrui. Tranne quella del gran maestro. Questa è indiscutibile. Una regola che segue il principio di non contraddizione. Per valere non si può mettere in dubbio lo stesso fondamento della “non contraddizione”. E’ una conditio sine qua non. Così è nella massoneria. Così è stato. Ora il suo potere va sciamando. “Non è più come una volta”, rievoca. “Quando c’era Gelli si doveva passare da lui per ogni promozione, e per qualsiasi cosa. Oggi il mondo è cambiato, cioè quelli che siamo rimasti massoni lo facciamo solo per una fede”, precisa. Ora anche suo nipote è dovuto emigrare in Arabia Saudita “per un tozzo di pane”. Dopo la scoperta della loggia di Propaganda due, P2, è stata costituita una commissione d’inchiesta che ha bandito, con la legge Anselmi del 25 gennaio 1982, tutte le associazioni che avevano le sue stesse finalità. Il giornalista e politico Massimo Teodori, membro della commissione, ebbe modo di asserire: «la Loggia P2 non è stata un'organizzazione per delinquere esterna ai partiti ma interna alla classe dirigente. La posta in gioco per la P2 è stata il potere e il suo esercizio illegittimo e occulto con l'uso di ricatti, di rapine su larga scala, di attività eversive e di giganteschi imbrogli finanziari fino al ricorso alla eliminazione fisica». Lo chiama Licio, di nome, come si usa fra amici. Lo stesso che ogni tanto gli telefona per sapere se è ancora vivo. “Ma dovrebbe essere lui a preoccuparsi di più perché è più vecchio di me di due anni”, sorride. Sui piani che poi concretamente ha realizzato Gelli ha detto “di non averne fatto parte”. Come il cosiddetto “Golpe Borghese”, quando nel 1970 la P2 progettò di rapire il suo amico, e presidente della Repubblica italiana, Saragat. Mentre sui legami della Loggia con i servizi segreti americani, sui finanziamenti che gli Usa avrebbero corrisposto all’associazione per contrastare il comunismo molto vivo politicamente in Italia, nega. “Il Psdi si, veniva finanziato dai servizi segreti, ma la massoneria no”, sottolinea. Lui, Vincenzo Cassadonte faceva parte della lista. Uno dei mille e più che non furono mai scoperti dalla bozza dei soli 932 iscritti rinvenuta durante la perquisizione nella villa del maestro Gelli a Casa Fibocchi il 17 marzo 1981. “Io ebbi l’abilità di sapere che le cose stavano venendo a galla e il mio nome fu cancellato”, spiega. La massoneria, stando a contatto con il Gran maestro, finito sottoinchiesta per un’indagine del pm Luigi De Magistris poi risolta con un “non luogo a procedere perché il fatto non sussiste”, non è qualcosa di “occulto”. Lui, che addirittura si è preso la briga di andare dal notaio e registrare la costituzione della loggia nel 1988. E di ritornarci per un aggiornamento qualche anno dopo. Per lui la massoneria è qualcosa di “umano”, di “ecobioumanesimo”, con il compito “di costruire il futuro del nostro pianeta, disfatto dall’uomo stesso”. “La massoneria – scriveva il gran maestro al Vaticano il 22 giugno del 2002 per comunicare la conclusione del conflitto tra la Chiesa di Roma e il sodalizio del Rito scozzese antico e accettato – è quel pasticciere che possiede gli strumenti che non permette alla torta di venire mangiata da pochi, basta solo essere massoni”. La torta è il sale degli uomini, fatto di arte, scienza e tecnica, che consente la resurrezione dell’uomo, e la vittoria bene sul male. Ma bisogna essere massoni per sapere discernere, spiegava al Vaticano. Poi la Chiesa cattolica gli rispose accogliendo la sua richiesta.



LA MASSONERIA È NATA PRIMA DELLA DEMOCRAZIA”, declama. Trattasi di un concetto che dà la misura della sua filosofia della vita: prima vengono gli uomini, e poi le teorie. La democrazia è una teoria che non può nascere prima che gli uomini crescano e si rendano conto del primato dello Spirito sulla Materia. E della perfezione del grande Architetto dell’Universo sull’idolatria. In poche parole, massoni si diventa se si è uomini. E quando si diventa uomini nascono tutte le filosofie che si basano sullo spirito dell’uomo riconosciuto. Massoni sono stati i grandi presidenti degli Stati Uniti d’America. E tanti altri, come i padri dell’Unità d’Italia, ricorda il gran maestro. E la democrazia che deriva da questi paesi non è altro che un riflesso della grande spiritualità di questi uomini. Il ragionamento fila. A parte un dubbio legittimo. Chi dice che per forza solo il pensiero della massoneria difende la “spiritualità dell’uomo” di fronte all’idolatria e al male? Quale il prezzo che deve pagare l’uomo per far parte di un gruppo di uomini che difende la propria specie? Entrare nella massoneria è “una scelta libera”, dice. E’ un segno di libertà decidere di farne parte. Tanto che durante il rito di iniziazione il novizio viene portato in un “gabinetto”. E qui viene lasciato solo. Un gabinetto al buio “con dei simboli, delle candele accese, dei teschi, e delle frasi, come degli ammonimenti del tipo: se se vuoi entrare per curiosità vattene; se sei venuto solo per soddisfare i tuoi interessi…”, rammenta il Gran maestro. È un segno di libertà, dunque, decidere di accettare le regole scritte e non scritte del disegno che la Loggia ha in mente. La libertà della comunità è più grande della propria. La quantità dell’insieme degli individui è superiore a quella della qualità del singolo. Siamo già entrati nella sfera alta della filosofia pura e delle varie filosofie che hanno fatto la storia dell’umanità. E la massoneria pretende di farvi parte in tempi in cui “in nome della democrazia” ci si dimentica la “spiritualità degli uomini”.
E’ nata prima la massoneria o la democrazia?
La massoneria. Perché la democrazia è un pensiero. La democrazia è figlia della massoneria. Prima nascono gli uomini e poi le teorie. Vedi la democrazia americana nata dai suoi presidenti, che erano massoni.
Che cosa manca alla Costituzione italiana per essere una democrazia perfetta?
E’ una domanda da un milione di dollari. Non lo sanno nemmeno i costituzionalisti!
Come ha visto l’elezione di Barack Obama a presidente degli Stati Uniti d’America rispetto al panorama politico italiano?
In America si verifica continuamente il riscatto delle ideologie. L’elezione di Barack Obama ne è la dimostrazione. In Italia, invece, non c’è niente. Non ci sono i principi. Non c’è un punto di riferimento. Se non si verifica un fatto traumatico, violento, che possa scuotere le coscienze noi saremo sempre così. Oggi ci sono gli speculatori che maneggiano tutto. Ci sono i russi e i cinesi che stanno comprando tutto il mondo. Noi siamo invasi dai miliardi russi e cinesi che provengono da fatti leciti e non sappiamo uscirne.
In Calabria gli speculatori chi sono stati?
C’erano tutti, e non c’era nessuno.
Quindi nessuno ha perso e nessuno ci ha guadagnato?
Esattamente.
Cosa pensa della politica della regione Calabria con i suoi continui rimpasti di giunta? Non pensa che possano far venire il mal di pancia ai cittadini?
Il mal di pancia ce l’hanno da parecchi anni. I mal di pancia sono congeniti nella struttura della Regione Calabria. Sono congeniti da quando abbiamo fatto la divisione del potere tra Catanzaro, sede della giunta regionale, e Reggio Calabria, sede del Consiglio regionale. Da lì è partito il disastro. E oggi rimango allibito di come siamo cadiamo sempre più in basso.
Chi sarà il prossimo governatore della Calabria?
Io commissererei la Calabria almeno per dieci anni. Dividerei la gestione dalla politica. Lascerei il consiglio. Però la gestione non la darei ai politici perché non lo sanno fare.
Cosa pensa di Luigi De Magistris?
E’ una persona intelligente. Per me è una persona per bene, ma ha mancato innanzitutto nell’essere stato impulsivo nelle decisioni. Secondo, non ho avuto mai il piacere di conoscerlo. Non mi ha mai interrogato. Posso dire, senza sbagliare, che sono stato assolt0 dalle sue accuse senza essere mai essere stato interrogato da nessuno.
È esistita una loggia di S. Marino. Oppure anche questa è stata un’invenzione da parte del pm?
Penso che esiste. Però non è con noi.
Se è realmente esistita una lobby massonica in Calabria quanto ha influenzato la politica calabrese?
Mai. Sicuramente mai. Perché è da cinquant’anni che faccio il massone. E tutti gli uomini che sono passati non avevano nessuna possibilità di potenza sia economica che sociale. Però avevano una grande umanità e un grande attaccamento agli ideali massonici, il rispetto delle istituzioni e la Costituzione italiana. Avendo lavorato nella Provincia ho giurato fedeltà alla Carta costituzionale. E in massoneria, poi, si giura pure sul Vangelo che la costituzione in generale.
Si è mai incazzato con qualche politico calabrese per aver fatto una cosa che andava contro gli interessi della comunità?
Mai perché sono tollerante per natura, ma anche perché appartengo alla massoneria. Perché da noi la tolleranza è uno dei principi base insieme alla libertà, alla fratellanza, all’uguaglianza e all’obbedienza.
Se dovesse riscrivere la storia della sua vita e del suo impegno sociale che cosa cambierebbe?
Ritengo niente perché io ho sempre dato. E quando si da non i sbaglia mai. Ho seminato del bene. Mi conoscono tutti per quello che sono stato e sono. E per questo ricevo molto rispetto. Per me è la felicità più bella: quando esci di casa essere salutato dalla gente. Io sono un uomo da marciapiede. Ogni mattina vado fuori proprio per vedere la gente. Io sono uno dei pochi politici che viaggia in autobus. (sorride, ndb)
E della storia della Calabria?
La Calabria è ricca di uomini di cultura e di dignità. Cambierei un po’ la mentalità dei calabresi. E riproporrei alcuni principi che esistevano nelle famiglie calabresi. Amore per la Patria, per la famiglia, e amore per la propria terra. E l’amore, soprattutto, per il lavoro che non c’è.
La disoccupazione sembra una piaga inguaribile per il nostro paese, e per la Calabria in particolare. I giovani non riescono nemmeno più a crearsi una famiglia. Che cosa si sente di dire loro?
Di persistere e resistere. e di credere nell’umanità. E qua può inserire il concetto di mio nipote, di Alessandro, che è laureato ed è dovuto andare nel deserto per un tozzo di pane.
Durante la sua esperienza amministrativa c’è stato un progetto che ha voluto fortemente e non si è realizzato?
Sì. Sono stato il primo autore della metropolitana catanzarese. Era stato approvato nel 1973. Appaltato all’Intermetro di Roma. Ed è venuto anche l’ingegnere, mio amico, Agadi che le aveva già costruite nella capitale. Ma poi fu insabbiato e non so per quale motivo. A quest’ora il volto del capoluogo sarebbe diverso.
Il gioco della torre. Chi butterebbe giù, Hitler o Stalin?
Nessuno dei due perché entrambi si sono autodistrutti.
Giovanni Paolo II o Papa Ratzinger?
Io sono per Paolo II, uno che a trent’anni lavorava. Poi è divenuto prete, e dall’oggi al domani vescovo a Cracovia e poi Papa. Con lui si è realizzata veramente una decisione soprannaturale. Altrimenti non si spiega. Il Papa tedesco, invece, era già nell’entourage che contava. Il prossimo sarà di colore.
Berlusconi o Veltroni?
Io sono berlusconiano.
Berlusconi o Prodi?
Come sopra.
Gelli o Andreotti?
Nessuno dei due.
Maroni o Bertinotti?
Bertinotti mi è simpatico. Però Maroni appartiene alla nova generazione che non viene dalla politica. E poi è intelligente.
Fini o Rutelli?
Nessuno di due.
Chiaravalloti o Loiero?
Sono fuori tutti e due. Chiaravalloti già da un pezzo. Loiero quasi.
Scopelliti o Minniti?
Salviamo Scopelliti. Largo ai giovani.
Beppe Grillo o Emilio Fede?
Salviamo Emilio Fede. Almeno lui è un uomo di cultura. E un giornalista che ha fatto gavetta.
Quale il suo primo pensiero della giornata?
Ringrazio il grande Architetto dell’Universo che mi ha regalato un altro giorno da vivere.
L’ultimo, prima di andare a letto?
Di poter passare una notte in serenità di coscienza e di fede.
Cosa è stata, ed è, la sua vita in una parola?
Una vita spesa per la massoneria. Un traguardo per uomini liberi.

PS
già pubblicata sul numero di novembre de L'OPINIONE

3 commenti:

Anonimo ha detto...

egregio Grimaldi dopo aver letto questa intervista mi sento Alice nel paese delle meraviglie

Anonimo ha detto...

Bisogna avere rispetto per un mostro sacro!!!!!!!!!!!

lucia ha detto...

perchè non commenti con nome e cognome, perchè nella vita bisogna rimanere anonimi, perchè....
di cosa hai paura, a mio modesto parere TU non dovresti essere nella favola di"Alice nel paese delle meraviglie" ma nell'altra favola
" cappuccetto Rosso " chi sarà il lupo ? chi potrebbe essere l'agnello o la piccola cappuccetto
rosso...o anche lì vuoi rimanere anonimo.