8 luglio 2009

Pozzi neri e sanità. Una storia di ordinaria amministrazione


La freccia indica il punto preciso della collocazione del pozzo nero presso il Residence Europa di Sellia Marina

“Facciamo pulire tutto. E anche chiudere, nel caso. Vedrete!” A pronunciare queste parole alcuni impiegati dell’Unità operativa tutela Ambiente dell’Asl 7 di Catanzaro intervenuti per un sopralluogo presso un condominio del comune di Sellia Marina, Residence Europa, dove si trova un pozzo nero, negli anni ’98/‘99. Una verifica appositamente richiesta all’organo di sanità pubblica di competenza costata ben 107 mila lire del vecchio conio ai coniugi Dragone.
Avevano scritto all’Asl denunciando rischi per la propria salute e per quella degli altri condomini. Il dirigente del distretto dell’Azienda sanitaria, Santo Scalzi, aveva risposto dicendo che “è necessario che l’Unità operativa acquisisca la ricevuta comprovante il versamento per poter intervenire”. Un versamento apposito, intestato all’apposito ufficio di tesoreria presso l’apposita Banca Carime di Catanzaro, dunque. I cittadini effettuano il versamento. Visto che tardavano a intervenire ci vanno di persona a chiedere ulteriori informazioni. La missiva, all’inizio non si sapeva più dove fosse andata a finire poi, con la ricevuta del versamento in mano, rispunta fuori. L’impeccabile Unità operativa, alla fine, riesce ad andare per fare il sopralluogo, forte anche dei 107 mila lire spesi di tasca propria dai signori Dragone. Con la promessa che le cose, comprese quelle inerenti la salvaguardia della salute pubblica, sarebbero tornate al loro posto gli operatori se ne vanno, mentre gli inquilini attendono provvedimenti. Aspettano e aspettono invano. Si fanno, quindi, risentire. “Abbiamo fatto una relazione indirizzata al Comune di Sellia Marina”, questa la risposta, questa la frase per la quale hanno speso ben 107 mila lire del vecchio conio sperando la soddisfazione di quello che è anche un diritto di tutti i cittadini italiani, anche di quelli calabresi. Ma c’era bisogno? Il Comune già conosceva la situazione. E’ stato l’ente locale, infatti, a rilasciare la concessione edilizia per articoli balneari e sportivi un po’ di anni prima, nel 1984. Una concessione poi trasformata a propria discrezione dai proprietari che vi hanno costruito abitazioni vendute al miglior offerente. E che non andavano bene soprattutto per la questione del pozzo. Così ebbe a scrivere il geometra che costruì l’opera, Antonio Taverna, “mi risulta che le vasche di depurazione, previste dal sottoscritto, non siano state realizzate, con grave danno per ciò che riguarda l’igiene, perché il terreno essendo di natura argilloso, un solo pozzo perdente non è igienicamente possibile né tantomeno sufficiente”. Una condizione protrattasi per circa venticinque anni, diciassette dei quali impegnati dai coniugi Dragone per ristabilire un minimo di legalità in quel Residence. La signora Carminati, sollecitando l’intervento dell’Unità operativa tutela Ambiente, denunciava: “Il fabbricato di che trattasi, composto da 12 abitazioni, è collegato, ai fini dello smaltimento dei liquami ad un pozzo nero che non sembrerebbe conforme alle previsioni progettuali; infatti il progetto prevede la realizzazione di vasche di depurazione tali da non richiedere l’uso dello spurgo. Sembrerebbe, invece, che esiste soltanto una fossa di raccolta delle acque nere. Tale situazione, associata al fatto che lo stabile manca, nelle colonne montanti, degli sfiati fognari, crea una situazione igienica ai limiti della vivibilità”. Il marito, da parte sua, invece, dice di sentirsi come don Chioschiotte che “combatte contro i mulini al vento”, e che la Calabria “ha un male incurabile, la mentalità arretrata dei soliti furbi calabresi”.
Per tagliare la testa al toro basterebbe l’allaccio alla condotta comunale. Ma c’è un ma, il sentiero che consente ai cittadini di recarsi nelle loro abitazioni è privato. Riuscirà il Comune a imporre la propria potestà?
Oggi la situazione del pozzo nero è tale e uguale a com’era prima della denuncia presso l’Asl 7 di Catanzaro, eccetto il fatto che qualcuno ci ha piantato un orticello intorno al pozzo. Dicono che i limoni vengono su bene, e anche grossi.


La lettera dell'ex Asl 7 di Catanzaro, ora Asp

PS
Chiunque sentisse la necessità di denunciare situazioni analoghe può liberamente inviarmi una mail, corredata dalla relativa documentazione, a emiliogrimaldi6@gmail.com.

8 commenti:

vincenzo sellia marina ha detto...

All'ortolano bisognerebbe fargli pagare i danni che provoca al condominio....come si fà a coltivare un orto dove c'è un pozzo nero.l'acqua che innaffia dove pensa che va a finire....e quando piove l'acqua dove stagna ? prendete un muratore qualsiasi vi dira' che deve essere in tenuta stagna e cemento intorno....

domenico dragone ha detto...

...Tutti i signori del condominio erano stati avvisati dell'abusivismo e che gli immobili del condominio non erano conformi al progetto..i signori Daffinà propietari di 4 appartamenti il 27.02.1998 richiedono un'assemblea straordinaria e illustrano il problema....mai fatto niente per sanare..........il 28agosto sempre in assemblea il sottoscritto verbalizza che oltre alla concessione edilizia 23/84 art.sportivi e balneari...non andava costruito il pozzo nero ma bensi' delle speciali vasche....i signori Daffinà sono d'accordo anche a citare il costruttore per vizi sul fabbricato...il resto dei condomini non vuole fare niente...ma in un'altra assemblea un condomine asserisce e verbalizza e vuole un tecnico..secondo lui vi sono delle crepe nel fabbricat dovute allo svuotamento del pozzo nero verb.assemblea del 26 agosto 2001.....quando arriva l'autobotte bisogna mettersi in assetto di guerra con le apposite maschere antigas....a oggi niente è cambiato...però i limoni crescono su una propietà condominiale..recintata dal solito furbone..vietando il libero accesso alla servitù del pozzo nero...sia ancora al medio evo..no siamo a sellia marina...ringrazio tutti per la solidarietà che ho ricevuto...commenti.telefonate ecc. ecc..grazie

Anonimo ha detto...

...DOVREMMO FARE DELLE DISTINZIONI E DESCRIZIONI
FRA POZZI NERI E FOSSA SETTICA...
IL TIPO DI FOSSA DEVE ESSERE CONFORME ALLA LEGGE

LEGGE 319 DEL 10/05/1976.............
DOTATO DI CHIUSURA IN GHISA A PERFETTA TENUTA CHE CONSENTIRA' LA FACILE ISPEZIONALITA' E MANUTENZIONE...........DALLA FOTO IN ALTO SI VEDE
CHE NON E' A NORMA NEANCHE LA CHIUSURA....FIGURIAMOCI IL RESTO...L'UBICAZIONE DI TALE FOSSADEVE ESSERE POSIZIONATA IN MANIERA TALE DI CONSENTIRE UNA FACILE ESTRAZIONE DEI FANGHI....QUESTO POZZO OLTRE A NON ESSERE UNA FOSSA SETTICA E' STATO RECINTATO...E INTORNO ORTO E SI STAGNA DI ACQUE PIOVANE PER NON DIRE DURANTE I PERIODI DI INGENTI PRECIPITAZIONI ATMOSFERICHE...SPETTA AL COMUNE VIGILARE ART N6
SOPRA MENZIONATO......

sellioto ha detto...

vorrei collegare diversi tuoi scritti....tipo l'intervista fatta poco tempo fa a Romano Pitero
( chiudere i comuni che non garantiscono servizi
primari ) vari articoli su sellia marina...hai sempre dato informazioni chiare e documentate..ultimamente leggo cosa sta succedendo nel residence europa , compresa la descrizione del pozzo nero..io da sellioto capisco e sono d'accordo alla battaglia se cosi' si puo' dire....cosa sta chiedendo da anni la signora Carminati...la legalità...si vede chiaro il documento A.S.L . invito chi di dovere di fare qualcosa...forse bisognerebbe fare come ha detto Romano Pitero chiudere i comunui..a te Emilio Grimaldi ...informaci deli sviluppi..saluti

nadia ha detto...

da nadia carminati a tutti indistintamente sia di quelli eletti al comune di sellia marina sia alle persone dell'opposizione..hò ricevuto telefonate, i mail, commenti. un grazie anche al signor antonio ricciardi che non conosco personalmente ma abbiamo dialogato tramite il blog di emilio grimaldi..un grazie a tutti icomponenti del comune....sicuramente adesso finalmente qualcosa cambierà...grazie ancora...

Anonimo ha detto...

Ho letto la situazione. Fermo restando che il proprietario ha commesso più di un illecito, di natura PENALE e non CIVILE, ti segnalo l'esistenza secondo norme vigenti a livello nazionale di un modello di auto-certificazione per lavori inerenti a norme igienico-sanitarie. Se è stato redatto ed il Comune lo ha accettato, è complice degli illeciti, per favoreggiamento nei confronti del proprietario/commissionario dei lavori. Anche la ASL alla quale hai segnalato la situazione è omertosa e passibile di denunce, quanto meno per "inerzia" nella verifica della situazione.

Il modello di autocertificazione che dicevo, inoltre, specifica quali siano le Leggi violate in caso di inadempienza: viene violato ALMENO un Decreto Ministeriale (5/7/1975 (requisiti igienico-sanitari nei locali d'abitazione), più eventuali e MOLTO PROBABILI Leggi Regionali, Comunali e Provinciali: accertatene spulciando l'ordinamento vigente in Calabria, Comune di Sellia Marina e della Provincia di Catanzaro.

In ogni caso, si fa riferimento all'articolo 75 del D.P.R. 445/2000. Accertati inoltre che il furbone non abbia fatto ricorso alle varie forme di condono, edilizio e non, varate dal Governo Berlusconi. Anche in caso affermativo, ciò non pregiudica l'illecito penale per la recinzione di un pozzo nero (che vieta la servitù da parte dei condomini) e peggio ancora per la mancata costruzione di vasche di depurazione, punite dal Codice di Procedura Penale.

Ti consiglio, signor Dragone, di far suonare la grancassa, scrivendo insistentemente ad associazioni ambientaliste e per la tutela del territorio; anche un'associazione di consumatori potrebbe, volendo, darti una grossa mano: quelle "di base" forniscono consulenza legale gratuita. Prova a chiedere indirizzi e recapiti ad una sede COBAS o CUB.

Fin qui quello che posso dirti, non riesco a consigliarti di meglio.

Saluti Comunisti, a presto.
Mattia Laconca - P.R.C. Pavia

Luca ha detto...

REGOLAMENTO PER LA FOGNATURA DELLE CASE



ARTICOLO 4
Lo scarico delle materie fluide nelle fogne non deve mai essere impedito da paratoie di ritenuta, da pozzetti di deposito o da altro ostacolo che possa produrre ristagni putrescibili od ostruzioni, salvo l’applicazione d’intercettatori idraulici o tubi a sifone dove siano reputati necessari, com’è stabilito all’art. 25.

ARTICOLO 5
I pozzi neri da costruirsi non potranno aprirsi e mettere in esercizio in un sottosuolo da fabbricato: essi dovranno tenersi distaccati dai muri dell’edificio di almeno m. 0,50 ed essere costruiti indipendentemente da questi. Fra il muro della casa e la parete del pozzo nero dovrà interporsi uno strato di terreno argilloso o di calcestruzzo. I pozzi neri dovranno avere la profondità non maggiore di m. 6 dal suolo viabile, ed essere impermeabili. Essi avranno pareti e fondo dello spessore non minore di m. 0,40; saranno costruiti in buona muratura di mattoni o di pietre e malta idraulica con intonaco di cemento su tutta la superficie interna; avranno angoli arrotondati, fondo concavo e copertura a volta, e saranno forniti di adatto tubo di ventilazione, impermeabile, non comunicante con altri condotti e che s’innalzi fin sopra al tetto della rispettiva casa. Le bocche di accesso ai pozzi neri dovranno aprirsi su di un’area scoperta ed essere costrutte in modo da non permettere esalazioni e per cui ne sia agevole la vuotatura, e debbono essere coperte con doppio chiusino di metallo o pietra a perfetta chiusura ed interposto strato di creta o torba. Nell’ubicazione dei pozzi neri e degli altri serbatoi per acque immonde, si terrà conto del loro futuro allacciamento alla fogna stradale, nonché della direzione delle falde acquee sotterranee, per evitare il pericolo d’inquinamento per infiltrazioni delle acque dei vicini pozzi, acquedotti o serbatoi di acqua potabile. Ad ogni modo salvo nei casi speciali, nei quali dovrà essere inteso l’Ufficiale Sanitario, le loro pareti esterne dovranno distare almeno 10 metri da quelle dei pozzi e serbatoi di acqua potabile. L’ubicazione e costruzione dei pozzi neri delle singole case, in conformità alle sopradette prescrizioni, dovranno essere controllate dall'Ufficio Tecnico Municipale, il quale dovrà all' uopo essere preavvisato dai rispettivi proprietari.

ARTICOLO 6
Le norme prescritte pei pozzi neri dal precedente articolo, dovranno essere adat¬tate, per quanto sarà possibile, anche per quelli esistenti, occorrendone la riforma o la riparazione.; ove ciò non fosse possi¬bile, si eseguiranno le norme che secondo i casi saranno prescritte dal Sindaco su proposta dell'Ufficio d'igiene e dell'Uf¬ficio Tecnico Municipale.

Rodolfo Perrone ha detto...

Dopo la legge Merli del 1976 i pozzi neri possono essere consentiti in rari casi con svuotamento previo registro di carico e scarico.Anche il rilascio delle Concessioni edilizie viene subordinato alla presenza delle opere di urbanizzazione primarie(e quindi anche fognatura) o dell'impegno dei privati o del Comune a realizzarle contestualmente alla costruzione dell'edificio..Ma in Calabria le leggi si stracciano non si applicano..