20 febbraio 2010

La discarica di Alli, la pattumiera dell'intera Calabria

Al taglio del nastro, da sinistra: Maurizio Vento, assessore provinciale all'Ambiente, Silvio Greco, assessore regionale all'Ambiente, Goffredo Sottile, commissario straordinario per l'Emergenza ambientale, Rosario Olivo, sindaco di Catanzaro e Giovanni Faggiano, amministratore delegato di Enerambiente

Il 2010 sarà “l’anno della svolta”. Disse Goffredo Sottile, commissario per l’Emergenza ambientale in Calabria il 19 gennaio scorso, il giorno della posa della prima pietra alla nuova discarica di Alli. Della svolta nella raccolta dei rifiuti. E così è stato. La discarica è diventata la pattumiera dell’intera Calabria. Da una settimana vi arrivano camion, carichi di Rsu (rifiuti solidi urbani), anche dalle provincie di Cosenza e di Reggio Calabria, e non solo di Catanzaro. Quattro, cinque ore di fila. Questo il tempo medio per aspettare il proprio turno, per il passaggio del semaforo e andare, finalmente, a scaricare. Da San Ferdinando (RC). Da Polistena (RC). Dai paesi della Piana di Gioia Tauro. Da Mirto Crosia (CS). Dalla stessa città di Cosenza, da Serra d’Aiello (CS). E da molti altri. La preselezione? Ma quando mai. I camion arrivano. Si recano alla "Pesa", per misurare il peso lordo. E poi vanno diritti a sbarazzarsi dell'immondizia. Di tutto. Dai rifiuti umidi alla plastica, al vetro, e a quelli pericolosi. Nessuno controlla. Così gli viene detto di fare. Ci sono una pala e un compattatore su, nella discarica “sopraelevata”, per "ottimizzare la spesa" - sostennero convinti Giovanni Faggiano, amministratore delegato di Enerambiente, la ditta che gestisce l’impianto e l’allora prefetto di Catanzaro. La pala spalma e il compattatore compatta. Neanche le maschere bastano per sedare l’olezzo micidiale della diossina. Poi rientrano per il calcolo del peso netto. Quello da addebitare ai Comuni.
Nessuno ha visto questa “famosa prima pietra”. Stanno sopraelevando quella già esistente. E basta. Per sette milioni di euro. Questa la cifra proveniente dall’Accordo di Programma Quadro tra Regione Calabria e ministero dello Sviluppo economico, dell’Ambiente e della Tutela del territorio. Un Accordo seguito da un protocollo d’Intesa tra Regione, Provincia e città di Catanzaro. E che va diritto nelle tasche di Enerambiente spa, la stessa società che, grazie al Commissariamento emergenziale – in deroga alla legge sugli appalti pubblici - si è assicurata l’ampliamento di quella esistente, costata nel 2001 28 miliardi di vecchie lire. E che, secondo le previsioni di allora, avrebbe dovuto sostenere il carico di rifiuti fino al 2018. E che, invece, nel 2009, già satura, si è guadagnata un altro surplus di 7 milioni di euro. Una sopraelevazione che garantirà il servizio per “altri 15 anni”, asserirono quella mattina di gennaio. Sembra un tormentone, questo della durata. A chi la spara più grossa. C’è sempre tempo per correggere il tiro: differenziata che non va, ed “emergenza”, che ultimamente va sempre di moda. C’è emergenza rifiuti, bisogna intervenire! E si interviene affidando opere direttamente, bypassando la normativa sulla concorrenza e sulla trasparenza.
Quella mattina, al taglio del nastro c’era pure l’assessore regionale all’Ambiente, Silvio Greco, anche lui soddisfatto dell’opera. L’unico a ricordare l’importanza della raccolta differenziata. Il vero leit motiv per debellare i cancri alla diossina affossati in tutto il territorio calabrese. Ma nessuno ha suffragato la sua tesi. Come nessuno gli ha ricordato che con la differenziata a pieno ritmo anche i sette milioni di euro, regalati all’Enerambiente, sarebbero potuti essere destinati alla vera tutela dell’Ambiente e del Territorio.
Saverio Pistoia, sindacalista della Cgil, per conto della società Schillacium (che gestisce il servizio in 22 comuni del soveratese) si lamenta: “Non riusciamo più a sostenere questa situazione! Cinque ore di fila rispetto ai dieci minuti di una settimana fa. I politici dovrebbero darci una mano”.
Franco Ippolito, direttore tecnico della “Nicola Bianco”, che gestisce il trasporto dei rifiuti a Sellia Marina, Soveria Simeri, Chiaravalle e Belcastro, si interroga a chiare lettere: “Ma perché noi dobbiamo essere la pattumiera delle altre provincie calabresi?”.
Secondo fonti informali i Comuni che attualmente stanno scaricando nella discarica di Alli sono all’incirca 130, rispetto agli 80 di qualche giorno addietro. Quando, in realtà, se ne dovrebbero servire solo in venti, del catanzarese, in quanto a Lamezia Terme ce n'è un'altra.
Ecco che i quindici anni previsti per l’ “ampliamento” sono già diminuiti. Per raggiungere l’emergenza si fa questo e altro.


Leggi il Post del 16 aprile 2009

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Che belli! Tutti per uno, una (discarica) per tutti. Il comparto Simeritano è un crogiolo mafioso del quale nessuno ha il coraggio di parlare. Ed ecco i colletti bianchi in sodalizio per plaudire alle discariche di tal quale in barba a qualsiasi ipotesi di differenziata.
Fai bene, Emilio, a denunciare. Gli altri invece tacciono o per paura o per connivenza.

Anonimo ha detto...

perchè non presentiamo un esposto alla procura e alla corte dei conti firmato dai cittadini della zona e da coloro i quali trascorrono le vacanze da quelle parti?

luca ha detto...

grande Emilio e i giornali cosa riportano ? cosa scrivono ?
che schifo......

domenico ha detto...

Al taglio del nastro la foto dice tutto, facce sorridenti tante pacche sulle spalle, il portafoglio quello grande quello delle grandi occasioni sicuro di essere riempito al più presto.
Perchè non si radunano pure oggi? fare un revival come per i cantanti anni60/70/80/90 etc etc.
Perchè non fare una foto al giorno d'oggi.
bravo come sempre Emilio.

francesca ha detto...

egregio emilio i nostri paesi stanno morendo non solo di vecchiaia ma di cancro per le fogne a cielo aperto, discariche alla diossina, acqua all'arsenico, amianto puro disperso, eternit sotterrato nelle montagne e navi ai veleni nascoste nei nostri mari. mi chiedo ma cosa hanno da essere felici quelli nella foto, credono di abitare negli stati uniti?. mi sembra che anche loro vivono nelle vicinanze degli elementi citati. nonostante la rabbia che si prova a tale oscena visione fotografica posso dire per esperienza che il tempo dà ragione agli afflitti. francesca

Anonimo ha detto...

Io sono un operatore che lavora da 17 anni alla discarica di Alli, e appoggio il Sig. Abramo in quel che dice, è verissimo che nel periodo del centro sinistra arrivavano dalle provincie elencate di Cosenza più di 1000 tonnellate al giorno e non è vero quel che dice il candidato scalzo, che dalla campania non è mai arrivato nulla vedesi un ordinanza dell'ufficio del commissario, dove tramite le stazioni di trasferimento da Cosenza arrivavano i camion che la facevano passare per fos proveniente da Cosenza stesso.ora ad oggi ci ritroviamo una discarica esaurita per colpa dei soliti magna magna.