27 aprile 2010

Lettera a un bambino mai nato. Post scriptum



Trentasei ore di vita appena. E neanche dopo i nove mesi dentro la pancia della mamma. Una storia di aborto riuscito male. Forse. L’ossimoro è d’obbligo. Non è un capitolo postumo de “Lettera a un bambino mai nato” di Oriana Fallaci. Il bambino voleva vivere. Ma poi muore. E per sempre. La magistratura apre un’inchiesta.
Una donna di Cariati si reca in ospedale per abortire. È sabato pomeriggio. Un giorno ideale. Dopo le indisposizioni della domenica, il lunedì si ritorna alle faccende di prima. L’aborto viene chiamato “terapeutico”, secondo la famigerata legge 194 del 1978. Cioè non si uccide nessuno, ma solo si previene “un grave pericolo per la vita della donna”, oppure si evita una vita si sofferenza al nascituro al quale “vengono riscontrate rilevanti anomalie o malformazioni”. In entrambi i casi la gravidanza deve oscillare dai novanta giorni alla 25° settimana. Il maschietto era di ventidue settimane. Tutto sembra filare liscio. Il feto viene adagiato su un cofanetto nella stanza attigua alla sala parto. E lì dimenticato. Anche la pulizia dei feti abortiti la si fa il lunedì. Non c’è fretta. Nemmeno puzzano ancora. Domenica mattina il cappellano dell’ospedale dopo la Messa solenne si fa un giro nel nosocomio per dare la Santa Comunione ai malati. Nota un lenzuolo bianco che si agita un poco. Nessuno ci faceva caso. Lo alza e vede un maschietto appena nato, ma più piccolo degli altri. Lancia l’allarme. È quello del giorno prima. Della donna di Cariati. Doveva essere una bella notizia. E, invece, fa venire i brividi a tutto il reparto. Viene trasportato d’urgenza alla neonatologia dell’Annunziata. Un via vai di medici e Polizia. Chi doveva controllare chi e cosa. Il cuore del bambino finisce di battere alle tre della notte successiva, sotto le luci abbaglianti del personale che, finalmente, si accorge di lui.
La Procura di Cosenza apre un’inchiesta. Il sostituto Paolo Remer fa sequestrare tutte le cartelle cliniche. Al momento si stanno raccogliendo le testimonianze delle persone informate sui fatti. Medici e infermieri, in primis. La Procura vuole vederci chiaro.
Lettera a un bambino mai nato, post scriptum.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

ho i brividi.....

domenico. ha detto...

e la mala sanità continua...questo accade dopo le elezioni..via Loiero arriva Scopelliti...un cambio di guardia dalla padella alla brace, e questo schifo continua.
Da piccolo mi dicevano...anche cambiando gli addendi la somma non cambia mai...questa è la Calabria...la mia terra.

Rosalba ha detto...

Mi dispiace condanno tutti:
-in primis i genitori; Io nn avrei mai accettato una decisione del genere, sono una madre e a 22 settimane,tuo figlio scalcia nel ventre e lo senti come se lo senti....,
-I medici e le ostetriche...cosa siete macellai...vigliacchi! Non accertarsi del seguito...vigliacchi! Quel bambino voleva VIVERE!!!VI CONDANNO TUTTI!

Anonimo ha detto...

che madre....peccato